mercoledì 8 ottobre 2008

Castel Volturno, commercianti in rivolta. Contro la mafia?...magari!

Sull’espresso del 2 ottobre mi aveva particolarmente colpito l’articolo di Roberto Saviano dal titolo “Siamo tutti casalesi” che commentava la reazione della società civile di Caserta dopo la strage dei giovani neri e le accuse di un pentito, portate in primo piano sempre da l’espresso, secondo il quale l’attuale sottosegretario all’Economia, Nicola Cosentino, sarebbe stato coinvolto nel business dei rifiuti gestiti dalla camorra casalese. Nell’articolo Saviano afferma ―“E cosa succede? Il clima cittadino sembra non turbarsi. Caserta assorbe ogni cosa. […] Non ne è scaturita nessuna discussione, nessun dibattito, nessun allarme. La reazione è invece stata e allora? oppure ma che ti stupisci non sai che le cose funzionano così? […] Perché non esigono, una volta per tutte, di essere rappresentati da persone limpide e capaci? […] Nessuno reagisce a nulla, nemmeno davanti agli imprenditori uccisi a catena, ai negozianti ogni settimana abbattuti per avere peccato contro la legge dei casalesi”— e continua —“Solo dei neri, degli immigrati neri di Castel Volturno l’altro giorno sono scoppiati in rivolta. […] Solo chi non aveva quasi nulla da perdere, soltanto chi ricopre l’ultimissimo gradino della catena di soprusi e sfruttamento ha saputo esprimere un moto di ribellione a questo sistema fondato sulla violenza.”― Analisi lucida e interessante.
Ero già rimasta molto colpita dalle immagini viste all’unigiornale dei giorni seguenti alla strage del 18 settembre, dove sul luogo del delitto tanti africani si ritrovavano per testimoniare la loro vicinanza ai sei giovani uccisi, tanti africani si, ma solo due italiani, al punto che per l’incredulità che destava la loro presenza il giornalista li aveva intervistati sul come mai fossero passati di lì. Non mi sembrava normale che la cittadinanza di Castel Volturno non stesse dalla loro parte, che non fosse addolorata per quelle morti come per tutte le altre orribili morti che il “sistema” produce e ha prodotto.
E invece pare proprio così. Apro oggi il giornale e scopro che a Castel Volturno è stato organizzato un corteo. Partito con 50 persone, lungo la strada ne ha convinti circa 300. Ho subito pensato ―“Finalmente si ribellano anche loro! Anche la società civile non ne può più dei soprusi e delle violenze, della sottomissione”— Ero eccitata, davvero. Ma lo stupore ha preso ben presto il posto dell’ebrezza: il corteo era contro gli immigrati! Gli striscioni recitavano “Stop al degrado, via gli immigrati”, “11 italiani morti, lo Stato dorme. 6 immigrati uccisi, lo Stato si svergogna” o contro il vescovo “grazie a te, se la città è un ghetto”. L’eccitazione ha lasciato posto al piatto grigiume e al rospo che sta nello stomaco e non va ne su ne giù.
Per chi è interessato agli articoli citati de l'espresso posto i link:
- Così ho avvelenato Napoli di Gianluca Di Feo e Emiliano Fittipaldi
- Siamo tutti casalesi di Roberto Saviano

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